La Suprema Corte continua a bacchettare i conducenti di veicoli che si dicano ignari dell’interazione tra farmaci e alcol.
Guida in stato di ebbrezza: l’assunzione di farmaci non giustifica.
Recentemente, la Cassazione Penale ha rigettato il ricorso proposto da un cittadino contro la sentenza di condanna per il reato di guida in stato di ebbrezza, la cui difesa sosteneva una “ubriachezza incolpevole” determinata dall’influenza di un farmaco sulle sostanze alcoliche assunte ben nove ore prima della rilevazione.
L’argomentazione non ha però convinto gli Ermellini.
I Giudici della Cassazione non cedono alla tesi dell’incolpevole ubriachezza ed affermano: “Il conducente, che conosce gli effetti dei farmaci assunti, idonei ad alterare i valori del tasso alcolemico, non deve porsi alla guida, atteso che tale assunzione non esclude il reato di guida in stato di ebbrezza” (Cass. Pen. n. 15562/2013).